SINOVI, KĆERI/FIGLI, FIGLIE, IL NUOVO ROMANZO DI IVANA BODROŽIĆ
Quest'autunno la produzione letteraria croata, nonostante il disagio della pandemia Covid, ci ha regalato alcuni bei titoli fra i quali spicca il romanzo di Ivana Bodrožić, Sinovi, kćeri/Figli, figlie (Hermes naklada, Zagreb), autrice già nota al pubblico italiano per il suo Hotel Tito, edito da Sellerio nel 2019. In questo nuovo romanzo, aclamatissimo per il suo stile virtuoso, l'autrice si confronta con un tema caldo e sempre attuale, quello della libertà e dell'autodeterminazione individuale, restituendoci una storia di vita e di amore contemporanea, tanto delicata, quanto drammatica.
Il romanzo si sviluppa intorno alle vicende di un rapporto di coppia omosessuale che fatica a sopravvivere nella propria diversità in un contesto sociale retrivo e ostile.
Dorian, uomo in un corpo di donna, sottopostosi da poco a un intervento chirurgico per completare la propria trasformazione d'identità, è causa di scontro e di malessere tra Lucija, la sua compagna, scissa tra il proprio bisogno di emancipazione e le aspettative altrui, e la madre di lei, cresciuta e vissuta in un ambiente patriarcale che sin dalla giovane età le ha imposto ruoli ben precisi precludendole a priori la possibilità di scegliere. La tensione nella coppia sfocia in tragedia a causa di un incidente stradale in seguito al quale Lucija sopravvive, ma rimane completamente paralizzata. Ancorata al letto d'ospedale con la sindrome locked-in Lucija è in grado di capire e di recepire informazioni, ma non di reagire agli stimoli esterni se non con il movimento verticale dei globi oculari. In questa condizione di totale immobilità e impotenza non le resta altro che prendere atto di cosa significhi essere prigionieri del proprio corpo e degli altri, subire la volontà e i desideri altrui. Il suo monologo interiore, con il quale il libro si apre, si ricollega a quello di Dorian e infine a quello della madre, che nel capitolo finale del romanzo ci restituisce uno straordinario resoconto della propria vita segnata da ruoli e doveri imposti dagli altri.
Il romanzo Sinovi, kćeri, una storia a più voci, è un appello dell'autrice a essere coraggiosi e a non smettere mai di cercare una soluzione ai propri disagi esistenziali, a farsi portavoci della propria diversità, l'unico modo per non cadere vittime delle proprie frustrazioni e soprattutto delle strumentalizzazioni altrui, come spesso accade sia nell'ambito pubblico che privato. L'autrice attraverso la voce di Lucija ci invita a non essere come Tomislav, fratello della giovane donna ormai paralizzata, uno dei tanti prigionieri della nostra epoca, che non potendo svolgere un ruolo diverso da quello socialmente e culturalmente ereditato, trova facile e comodo, per non dire rassicurante, schierarsi con la maggioranza che se la prende con i diversi da sé, siano essi turisti cechi o omosessuali. Più che correggere se stessi, nota l'autrice, si aspira a correggere gli altri, una prassi nota, ma pericolosissima poiché "è lunga la storia dei tentativi di correzione dei non conformi alla maggioranza; una storia di forche di legno, di macchine per le tortura, di campi di concentramento, di camere a gas, di marginalizzazioni. Una storia ricca e varia, ma sempre e ovunque la stessa".
Sinovi, kćeri di Ivana Bodrožić è un romanzo profondo e necessario che coinvolge e turba il lettore ma al contempo lo incoraggia a non fuggire mai da se stesso.
Sinovi, kćeri, Ivana Bodrožić, Hermes naklada, Zagreb, 2020, pp. 264
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